Torna all'indice del n° 9 - novembre 2001

Sempre sulla settima discriminante

Perché il nuovo partito comunista deve essere un partito clandestino?

Può esistere un partito comunista clandestino nei paesi imperialisti?

Come è possibile che un partito clandestino sia legato alle masse e orienti tutta la loro lotta politica, economica e culturale?

 

Perché il nuovo partito comunista, che non è un gruppo combattente, deve tuttavia essere clandestino?

Perché avete deciso di costruire il partito comunista a partire dalla clandestinità, prima che la borghesia imperialista vi mettesse fuorilegge? Sono domande che ci vengono poste spesso.

Sono domande a cui noi dobbiamo dare una risposta esauriente, basata sull’esperienza storica del movimento comunista e sulla esperienza corrente nostra, dei compagni che ci interrogano e del pubblico, intendendo con questa espressione gli operai avanzati e gli esponenti avanzati delle altre classi delle masse popolari. Quindi è un argomento su cui ogni compagno del partito, nella stampa, nelle riunioni e nelle conversazioni, dovrà ritornare più e più volte, esaminando ogni volta nuovi aspetti o esaminando vecchi aspetti ma alla luce delle esperienze nuove del nostro pubblico. Le note che seguono affrontano alcuni aspetti del problema, ma sono lungi dall’esaurirlo.(1)

Cosa intendiamo per partito clandestino?

Il partito clandestino non è una associazione segreta o una setta. Voglio dire che noi non cerchiamo di tenere nascoste alle masse né l’esistenza, né le concezioni e gli obiettivi (il programma), né la linea del partito. Al contrario noi ne diamo e sempre ne daremo la più ampia diffusione consentita dalle nostre forze. Noi diciamo alle masse la verità. Ovviamente a volte sbagliamo, ma appena ce ne rendiamo conto, lo ammettiamo apertamente davanti alle masse. Siamo convinti che ciò aumenterà la fiducia delle masse nel partito e i legami del partito con le masse e quindi la nostra vera e principale forza.

Il partito opera a partire dalla clandestinità. Ciò vuol dire che la sua direzione e una parte dei suoi membri sono irreperibili dalla borghesia imperialista, che cerchiamo inoltre di fare in modo che tutti i suoi membri e i canali dei suoi legami con le masse popolari siano ignoti alla borghesia imperialista. In questo modo diventa per la borghesia imperialista difficile ricattare, corrompere, infiltrare, minacciare, arrestare membri e organismi del partito. Diventa impossibile per la borghesia imperialista interrompere completamente e per un lungo periodo l’attività del partito e privare la classe operaia e le masse popolari della direzione della loro lotta.

Quindi il partito comunista deve essere un partito clandestino indipendentemente dalla lotta armata. Legare clandestinità del partito comunista e lotta armata (“il partito deve essere clandestino solo se e quando conduce la lotta armata”), significa ritenere che la borghesia imperialista permetta ai comunisti, alla classe operaia e alle masse popolari di svolgere liberamente ogni attività fino a che non imbracciano le armi. Il che non corrisponde alla realtà. Persino restando sul piano legale, basta pensare ai reati di associazione sovversiva, istigazione all’odio di classe, apologia di reato, vilipendio e simili contemplati dal codice penale del nostro e di molti altri paesi. Le misure legali “antiterrorismo” prese da tutti i governi dei paesi imperialisti in questi giorni, aumentano gli strumenti legali di cui le pubbliche autorità dispongono per reprimere e controllare l’attività politica dei comunisti, degli operai avanzati e degli esponenti avanzati delle altre classi delle masse popolari. Ma limitare l’attenzione al piano legale significa nascondere la parte più importante della realtà. Il regime di controrivoluzione preventiva consiste proprio nel fatto che la borghesia imperialista, in nome della “sicurezza nazionale”, calpesta le sue stesse leggi e sistematicamente controlla e reprime preventivamente l’attività politica dei comunisti e in generale degli operai avanzati e degli esponenti avanzati delle altre classi delle masse popolari. La “strategia della tensione” ben nota al pubblico italiano è una delle manifestazioni (forme) di questa attività sistematica della borghesia imperialista, ma non l’unica.

Partito clandestino non vuol dire partito armato. Il partito clandestino è un sistema di organizzazioni che ha il compito di unire, formare, selezionare e mettere all’opera i comunisti. Ha il compito di mobilitare le masse, elevare la loro coscienza politica, promuovere, organizzare e dirigere le loro attività politiche (comprese quelle militari) e rivendicative (che in alcuni periodi sono per la maggior parte pubbliche, aperte, “alla luce del sole”). Ha il compito di raccogliere le opinioni e i sentimenti delle masse, farne il bilancio, elaborarle e ricavarne linee, metodi e misure e portarle alle masse perché le attuino. Deve promuovere e dirigere la mobilitazione rivoluzionaria delle masse (la guerra popolare rivoluzionaria), che non è solo né principalmente lotta armata di organizzazioni comuniste combattenti: è mobilitazione e organizzazione politica, orientamento delle masse, unificazione della volontà delle masse sostenuta da una adeguata struttura organizzativa, mobilitazione delle masse in tutte le forme di espressione della volontà politica e dell’attività politica, armamento generale delle masse, attività politica e attività militare di organizzazioni militari, delle milizie, ecc. L’attività di gruppi e organizzazioni specialistiche deve essere supporto, fattore di promozione e coronamento della diffusa attività delle masse popolari, non sostituzione e supplenza.

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