La Voce
del (nuovo)Partito comunista italiano

 

5. La nostra lotta

 

Noi comunisti, come forza politica, attualmente siamo deboli, quasi inesistenti. La causa di ciò risiede nel fatto che oggi il comunismo non è la coscienza unificante e guida, l’orientamento diffuso dei 7 milioni di operai del nostro paese. Per lo stesso motivo gli operai non sono, a loro volta, la guida degli altri 8 milioni di proletari e dei restanti 6 milioni di lavoratori appartenenti alle masse popolari. Complessivamente i tre gruppi di classi indicate comprendono, con i familiari e i pensionati, il 90% della popolazione, cioè circa 50 milioni di persone. Essi devono liberarsi dallo sfruttamento economico e dall’oppressione politica del restante 10% della popolazione, circa 6 milioni di individui, che costituisce la borghesia imperialista e classi assimilate. Ogni reale e duraturo progresso civile del nostro paese, la soluzione di tutte le principali contraddizioni che lo travagliano nonché la soluzione delle specifiche difficoltà materiali e morali delle classi più oppresse e l’instaurazione di un apporto costruttivo del nostro paese alla soluzione dei problemi economici, politici e ambientali del mondo passano attraverso la soluzione di questo problema, attraverso questo cambio di classe dirigente.(1)

Questa tesi implica molte cose e getta alcune discriminanti. Le principali implicazioni sono sei: 1. la storia la fanno le masse e non gli individui, i gruppi e i partiti - questi sono solo elementi ausiliari, promotori della mobilitazione delle masse, manifestazioni particolari e limitate, benché sostanziali e indispensabili, della mobilitazione delle masse; 2. la trasformazione della società avviene attraverso la lotta tra le classi;(2) 3. gli interessi e il movimento pratico della società attuale tracciano una divisione principale che è quella tra le masse popolari (definite come da PMP pag. 89 e segg.) da una parte e la borghesia imperialista dall’altra; 4. le classi in cui il movimento pratico divide la nostra società sono a grandi linee quelle indicate nel PMP (pag. 89 e segg.); 5. la classe operaia e solo la classe operaia può dirigere l’insieme delle masse popolari a trasformare la società; 6. la classe operaia lo può fare a condizione che sia diretta dai comunisti.

Da ognuna di queste implicazioni discende una discriminante tra noi comunisti e alcune correnti e FSRS.

Il compito storico che noi comunisti dobbiamo assolvere ha due aspetti legati tra loro, che sono le due facce della stessa medaglia. Uno è spazzar via la borghesia imperialista come classe dirigente. L’altro è trasformare la classe operaia perché diventi capace di essere classe dirigente del paese.(3)

Ognuno di questi due aspetti può realizzarsi solo se si realizza anche lÂ’altro. Sono lo stesso compito visto da due lati diversi. Ma è importante e discriminante avere chiaro che, tra i due, è la realizzazione del secondo che condiziona la realizzazione del primo. Ă