La Voce - Indice del La Voce n. 5

Manchette

 

Perché questa rivista

 

A proposito dellÂ’articolo di Resistenza n. 6

 

Professione: amministratori dei principi del marxismo-leninismo

 

Quando la destra si fa avanti ...

 

I gruppi riformisti ...

 

Il partito comunista libero dal controllo della borghesia ...

 

Solo per chi concepisce lÂ’egemonia in modo piccolo-borghese, ...

 

I comunisti devono dire la veritĂ  alle masse, ...

 

Il lato positivo delle cose

 

Un unico fronte

 

Come iniziare, simultaneamente, da più parti, la creazione dell’organizzazione che ci è necessaria?

 

In memoria di Angelo Cassinera 

 

 


 

Perché questa rivista

 

Questa rivista è fondata e diretta dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano.

Essa presenta il lavoro e i documenti della Commissione, i lavori e i contributi delle organizzazioni del partito che via via si costituiscono e i contributi di individui e di collettivi per il programma e lo statuto del (n)PCI.

La collaborazione alla rivista, la diffusione della rivista, la riproduzione della rivista, lo studio della rivista sono parte dei compiti fondamentali delle organizzazioni del nuovo partito

 

 

 

 

Fai conoscere, riproduci, diffondi questa rivista, studiala e organizza gruppi di studio, raccogli le opinioni e le proposte dei compagni che la leggono per trasmetterle alla redazione appena

se ne creerĂ  la possibilitĂ .


 

A proposito dellÂ’articolo di Resistenza n. 6

Il risultato piĂą importante delle elezioni di aprile

 

L’articolo di Resistenza mostra che le masse si staccano dal regime, da entrambi gli schieramenti politici in cui si esprime l’attuale ordinamento sociale, il Centro-Sinistra più PRC da una parte e il Polo della Libertà più Lega Nord dall’altra. Ciò conferma che le uniche due vie verso cui si incanala di per sé l’attuale società sono mobilitazione rivoluzionaria o mobilitazione reazionaria delle masse, come indicato e illustrato in Rapporti Sociali n. 12/13 (novembre ‘92) nell’articolo Il movimento di resistenza delle masse popolari al procedere della crisi della società borghese e i compiti delle forze soggettive della rivoluzione socialista. Preveniamo i denigratori della CP che si affretteranno a scrivere che noi proclamiamo contro ogni evidenza che nel nostro paese avanza la rivoluzione (i denigratori di tipo dogmatico in particolare sottolineeranno che proclamiamo addirittura che la società attuale genera di per sé la rivoluzione socialista, cioè che la CP è composta da inguaribili spontaneisti). Noi (e l’articolista di Resistenza con noi e prima ancora quello di Rapporti Sociali) sosteniamo 1. che di per sé l’attuale società produce la dissoluzione del suo attuale ordinamento, ma che solo la lotta tra le forze politiche deciderà quale classe prenderà la direzione delle masse nella costruzione dell’ordinamento sociale che prenderà il posto dell’attuale (in politica il vuoto non esiste) e 2. che attualmente aumenta il contrasto tra la possibilità che si apre alle FSRS di raccogliere forze rivoluzionarie e la quantità che effettivamente hanno finora raccolto e che raccolgono con il loro attuale lavoro.

E sfidiamo i nostri avversari a confutare le tesi di Resistenza circa le elezioni del 16 aprile e gli insegnamenti che esse danno, tesi e insegnamenti che noi facciamo interamente nostre.

Approfittiamo anzi dell’occasione per rincarare la dose. Il 12 marzo scorso in Spagna la borghesia imperialista ha tenuto le elezioni politiche generali. In Italia la borghesia imperialista (e in particolare il Polo ... delle menzogne verrebbe da dire se il Centro-Sinistra fosse da meno del Polo nell’uso della menzogna come strumento di lotta politica) ha presentato il risultato delle elezioni spagnole come l’adesione plebiscitaria delle masse alla destra borghese (nel caso particolare in gran parte ex falangista). In realtà, e per lo sviluppo futuro delle cose in Spagna la realtà conta molto più che le menzogne diffuse da Berlusconi in Italia, il partito di Aznar ha avuto pochi voti di più di quelli delle precedenti elezioni del ‘96 (514.000 voti, il 5.2% in più del ‘96 da un corpo di elettori aumentato del 4.5%). Il blocco della sinistra borghese e riformista (Partito Socialista più Sinistra Unita) ha perso rispetto al ‘96 quasi 3 milioni di elettori (quasi il 25% dei loro elettori del ‘96). Fatto ancora più significativo: per la prima volta dal 1982 (anno in cui la borghesia imperialista completò la sua Riforma, cioè la transizione dal regime franchista al regime di controrivoluzione preventiva comune a tutti i maggiori paesi imperialisti), Sinistra Unita (qualcosa di equivalente a quello che in Italia è il PRC) ha perso voti: esattamente ha perso 1.4 milioni di elettori, passando dai 2.64 milioni di voti del ‘96 ai 1.25 milioni di quest’anno (-52%). Cioè le elezioni spagnole del 12 marzo danno insegnamenti analoghi a quelli dati dalle elezioni italiane del 16 aprile. Anche in Spagna il problema politico che ci riguarda è: saranno i comunisti spagnoli capaci - e in particolare sarà il PCE(r) capace - di andare incontro, restando comunisti, a questi 3 milioni di elettori, o almeno ai 1.4 milioni di elettori che hanno perso (almeno in parte) le illusioni che nutrivano nei confronti della sinistra borghese e dei riformisti? Insegnamenti analoghi vengono dalle elezioni degli ultimi anni in altri paesi imperialisti e problemi analoghi si pongono ai comunisti degli altri paesi imperialisti. Beninteso, gli insegnamenti che traiamo dai risultati elettorali italiani, spagnoli e di altri paesi sono confermati anche da altre osservazioni e solo per questo acquistano l’autorevolezza che abbiamo loro attribuito come indizi dello stato d’animo delle masse e sintomi delle possibilità attuali di sviluppo della nostra causa.


 

Professione:

amministratori dei principi del marxismo-leninismo

 

I principi filosofici del movimento comunista

sono il materialismo dialettico. Esso è sia una concezione del mondo sia un metodo nel pensare e nell’agire. Il programma, la linea politica generale e la tattica del movimento comunista e di ogni partito comunista sono indissolubilmente connesse con la sua concezione del mondo e sono elaborate dalla esperienza seguendo il metodo

materialista dialettico.

Le parole dÂ’ordine

lanciate in una situazione concreta esprimono e sintetizzano la nostra linea e la nostra tattica in quella situazione concreta. Alcuni compagni confondono i principi del

movimento comunista (la sua concezione del mondo e il metodo che esso segue nel pensare e nell’agire) con le parole d’ordine con cui orientiamo l’azione concreta nostra e delle masse in una situazione concreta. Essi “assolvono” il

compito di lanciare in ogni situazione concreta parole d’ordine giuste, copiando parole d’ordine attinte alla storia del movimento comunista, cercano di imporre queste parole d’ordine con l’autorità dell’esperienza del movimento comunista e le definiscono “principi del movimento comunista”. In questo modo essi fanno un pessimo servizio al movimento comunista in un doppio senso. In primo luogo deviano il movimento pratico dalla sua strada; coerentemente proprio con i principi filosofici del movimento comunista (e proprio

perché assolutamente coerenti con la sua concezione del mondo e fedeli seguaci del suo metodo nel pensare e nell’agire), noi comunisti in generale dobbiamo seguire linee diverse (e quindi lanciare parole d’ordine diverse) in situazioni concrete diverse: copiare più o meno a caso le parole d’ordine dall’esperienza del movimento comunista è assolutamente sbagliato e fallimentare. In secondo luogo discreditano presso le Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista, presso la classe operaia e presso le masse popolari i principi filosofici del movimento comunista (il materialismo dialettico, la nostra concezione del mondo e il nostro metodo) che essi riducono a volgari ricette di

demagoghi.

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