La Voce

Indice del La Voce n. 5

Intossicazione

e politica rivoluzionaria

 

L’intossicazione è uno strumento della controrivoluzione preventiva. Gli apparati statali e parastatali della borghesia imperialista la praticano da lungo tempo, professionalmente e sistematicamente. Consiste nel compiere azioni infamanti o comunque invise alle masse, dare ad esse molta pubblicità e attribuirle alle forze rivoluzionarie per screditarle; nel compiere operazioni che fanno decidere gli incerti ad allinearsi con i piani dei gruppi imperialisti dominanti; nel compiere operazioni che distolgono l’attenzione dei rivoluzionari poco sperimentati da dove più nuoce alla borghesia e la spostano verso terreni per lei più favorevoli. L’intossicazione è stata praticata ampiamente già dai fascisti durante la Resistenza. Squadracce fasciste compivano furti, devastazioni, stupri e altri reati contro le masse e le attribuivano ai partigiani; assassinavano persone innocenti o comunque stimate dalle masse e rivendicavano l’omicidio a nome dei partigiani; facevano trovare corpi di soldati tedeschi o di fascisti torturati attribuendone ai partigiani la responsabilità; diffondevano notizie di azioni infami mai avvenute.

Il regime democristiano ha ereditato dal fascismo l’arte insieme ai professionisti esperti in intossicazione, come in generale ha ereditato quasi tutto il personale amministrativo fascista. Esso ha praticato l’arte dell’intossicazione su larga scala. Inventare e compiere delitti, stragi e altre nefandezze e attribuirle ai comunisti è un’arte che la borghesia imperialista pratica abitualmente. Basti pensare alla strage di Timisoara nel 1989. La strage di p.za Fontana del ‘69 è stata un’operazione di intossicazione andata a monte nel giro di un anno e mezzo circa, perché le forze progressiste riuscirono a smascherare che gli autori appartenevano a organismi statali e parastatali. Negli anni ‘70 stante la forza raggiunta dal movimento comunista, varie altre operazioni di intossicazione furono smascherate. Le operazioni di intossicazione smascherate confermano che l’arte è stata tramandata e coltivata. Gli sgherri devono meritarsi i soldi che portano a casa: siamo quindi sicuri che a fronte di alcune operazioni di intossicazione smascherate, ne hanno combinate varie altre andate a segno. Questo ci deve portare a valutare col metodo materialista dialettico le notizie diffuse dai mezzi di informazione del regime.

Non è quindi da escludere che siano un’operazione di intossicazione anche le notizie date con frequenza crescente da qualche mese a questa parte dai mezzi di informazione di regime sull’arrivo via posta di lettere inneggianti alle Brigate Rosse e contenenti minacce nei confronti di sindacalisti e di altri personaggi del regime. Può darsi che siano inventati gli arrivi di messaggi oppure che i messaggi siano confezionati e spediti da organi della controrivoluzione. Sicuro è che, come forma di lotta, i messaggi minatori sarebbero una specialità recente e strana. Molto strana almeno la pubblicità che i mezzi del regime danno loro.

Ovviamente noi non possiamo in assoluto escludere che nel clima di esasperazione e di confusione ideologica vigente vi siano anche delle persone in buona fede che pensano di spaventare e ammansire alcuni funzionari di regime inviando loro lettere minatorie inneggianti alle Brigate Rosse. Il Papa e altri prelati (e persino il Governatore della Banca dÂ’Italia) proclamano di poter indurre capitalisti e alti funzionari di regime a “mettere lÂ’etica e la persona umana davanti al denaro” con prediche, esortazioni allÂ’amore universale, buoni esempi e minacce delle pene dellÂ’inferno. Non si può escludere che qualche persona volenterosa influenzata dalla loro stessa concezione del mondo, certamente senza fiducia nelle capacitĂ  rivoluzionarie della classe operaia e con ancora minore cognizione ed esperienza di politica rivoluzionaria, la pensi piĂą o meno come il Papa e aggiunga di suo che minacce postali di pene terrene dovrebbero essere piĂą efficaci di minacce orali di pene extraterresti. Ă