LÂ’Operazione del 19 Ottobre
Con l’Operazione del 19 Ottobre lo Stato della borghesia imperialista mira a fare terra bruciata attorno alla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo)Partito Comunista Italiano. Non è in grado di colpire la CP perché è clandestina e i suoi membri irreperibili. Quindi ha colpito in primo luogo i CARC, finora l’unica FSRS che ha dichiarato pubblicamente simpatia per l’obiettivo della CP. La borghesia imperialista vuole costringere i CARC a rinnegare la loro dichiarazione. In secondo luogo ha colpito l’area delle altre FSRS e dei lavoratori avanzati che sono il terreno su cui si sta combattendo nell’immediato la battaglia per la costituzione del partito. La borghesia imperialista vuole costringere quest’area a isolare i CARC e la CP. Tutta l’operazione rientra nell’ambito della lotta della borghesia imperialista per impedire che la classe operaia abbia nuovamente il suo partito comunista. Il centro dello scontro tra borghesia imperialista e classe operaia in questa fase infatti è la ricostruzione del partito comunista. La ricostruzione del partito comunista per la classe operaia è la chiave indispensabile per ritornare ad esistere come protagonista della lotta politica, per rioccupare quella centralità (tra le masse popolari) che attualmente non ha, per ridare slancio e forza alla lotta sua e del resto delle masse popolari per la difesa delle conquiste e per soddisfare i bisogni particolari e immediati, per porre con i piedi per terra e dare prospettive di vittoria alla lotta di tutte le masse popolari per un nuovo superiore ordinamento della società . Non solo è la chiave indispensabile per tutto questo, ma è anche ciò che rende tutto questo possibile e sicuro; con difficoltà non da poco, col tempo che sarà necessario, con le lotte e i sacrifici che la lotta richiederà : certamente, ma possibile e sicuro.
La borghesia imperialista non ha alcuno scrupolo morale né rispetta alcun vincolo legale o abitudinario. Per impedire la ricostruzione del partito comunista farà tutto quello che le sarà possibile, che l’intelligenza e la fantasia dei suoi strateghi escogiteranno, che le sue immense risorse le consentiranno.(1) Ma la borghesia imperialista ha un limite sostanziale, da cui non può liberarsi. Non può smettere di opprimere e sfruttare la classe operaia e neanche il resto delle masse popolari. Non può evitare di formare e alimentare continuamente un terreno favorevole alla nostra attività . Dopo le dimostrazioni di sabato 29 gennaio contro i campi di concentramento in cui il governo D’Alema e il Vaticano rinchiudono gli immigrati poveri, Enzo Bianco, neo Ministro di Polizia del governo D’Alema, ha dichiarato che ci sono forze che “hanno legami molto tenui con i problemi dell’immigrazione “, ma che “sono pronte a scendere in piazza ovunque vi sia un momento di frizione”. Ben detto! E non vale solo per i campi di concentramento e per la persecuzione contro gli immigrati poveri, specialmente di colore. Vale per tutti gli strumenti e le istituzioni del sistema di sfruttamento e oppressione. Finché di esso esisterà traccia, noi saremo tra le masse popolari, fomenteremo, sobilleremo, organizzeremo, accenderemo speranza e volontà di lotta e di ribellione, semineremo amore per i propri compagni di classe e odio contro la borghesia, forniremo orientamento, strumenti e direzione. Questa è l’unica strada con cui si può veramente porre fine allo sfruttamento e all’oppressione: la lotta di classe. Perché, signor ministro, non elimina quelli che lei pudicamente chiama “momenti di frizione”? Perché il sistema di sfruttamento e oppressione è la sostanza del rapporto della borghesia imperialista con le masse popolari: senza libertà di licenziare, salari di merda, pensioni di fame, assistenza sanitaria e servizi sociali da “centro di accoglienza”, senza campi di concentramento e galere l’ordinamento sociale attuale non regge. Al massimo lei può spostare il campo di concentramento un po’ più in là , chiuderne uno e aprirne un altro. La borghesia imperialista conduce già oggi una guerra silenziosa ma sanguinosa contro le masse popolari e le masse popolari ora principalmente la subiscono ingoiando lacrime e sputando sangue. Il nostro compito consiste esattamente nel trasformarla in una guerra che le masse popolari combattono con coscienza, organizzazione, determinazione e forza crescenti fino alla vittoria. Ogni iniziativa che la borghesia imperialista prende contro di noi, è per la borghesia imperialista un’arma a doppio taglio. Ci fa male, riduce le nostre forze. Ma contemporaneamente ci addita essa stessa alle masse popolari, che hanno bisogno di un centro di raccolta e di una direzione, come il centro di raccolta e di direzione per tutti quelli che hanno bisogno di liberarsi dall’attuale ordinamento della società . Ci aiuta nella raccolta delle forze rivoluzionarie, alla sola condizione, e questo dipende interamente da noi, che noi perseveriamo nella nostra lotta attenendoci a una linea giusta. Questo è il limite principale alla libertà di repressione della borghesia imperialista. Per questo la più importante forma di lotta contro la repressione e di solidarietà con le organizzazioni e i compagni perseguitati dalla borghesia è la propaganda tra la classe operaia e le masse popolari. Lo Stato italiano, il Vaticano, la Mafia e tutti gli altri centri di potere palesi e occulti della borghesia imperialista italiana hanno a ragione paura di “svegliare il can che dorme” e in più sono indeboliti da crescenti lotte tra loro e con gli altri gruppi della borghesia imperialista (referendum, Kohl, Echelon, Vienna e la lista può continuare). Quanto più noi comunisti siamo ideologicamente e organizzativamente autonomi dalla borghesia imperialista, tanto più possiamo trarre vantaggio da questi ineliminabili fattori di debolezza della borghesia imperialista e raccogliere forze. Anche nella lotta specifica contro la polizia politica e contro la repressione in generale, dobbiamo sempre tener conto che il centro del lavoro di noi comunisti è “conquistare il cuore della classe operaia”, diventare veramente la sua avanguardia organizzata nella lotta per il comunismo. Allora anche la repressione potrà fare poco.
Il nostro problema principale in questa fase è quindi la nostra autonomia ideologica e organizzativa dalla borghesia imperialista e la perseveranza nella lotta. Cosa ha messo in luce l’Operazione del 19 Ottobre sotto questo aspetto? Alcune FSRS hanno resistito magnificamente e manovrato saggiamente, altre si sono sbandate al primo momento ma poi si sono riprese, altre si sono con mille contorcimenti schierate a favore della borghesia imperialista. Insomma si è delineata la sinistra, il centro e la destra. Uno schieramento che ha diviso le FSRS ma che ha anche diviso al suo interno quasi ogni FSRS.
Noi non abbiamo le informazioni necessarie per fare una analisi dettagliata dello schieramento che si è determinato in ogni FSRS di un certo rilievo e neanche della posizione in cui si è collocata ogni FSRS nel suo complesso a secondo del rapporto di forze tra sinistra e destra al suo interno. Ma chi vuole trarre vantaggio dall’Operazione del 19 Ottobre, che è ancora in corso con interrogatori e controlli (non sono esclusi nuovi sequestri, perquisizioni e arresti), deve fare un’accurata analisi degli schieramenti nella propria FSRS e nelle FSRS con cui ha rapporti. La collocazione degli individui e anche delle singole FSRS sono mobili, si possono trasformare: tanto più efficace è l’azione quanto maggiore è la conoscenza della situazione.
La sinistra è caratterizzata da un giusto atteggiamento contro il nemico (sopra abbiamo indicato quale secondo noi è il giusto atteggiamento), dalla solidarietà attiva verso i compagni perseguitati, dallo sforzo per fare di questa operazione della borghesia imperialista una scuola di comunismo per i compagni e le masse e dallo sforzo di isolare la destra e raccogliere il centro.
Cosa è che ha caratterizzato in questo caso la posizione della destra?
In primo luogo la destra ha espresso solidarietà con gli individui e le organizzazioni colpite dalla borghesia imperialista solo perché altrimenti si sarebbe isolata dal centro. Quindi non è particolarmente attiva nel promuovere, inventare e sostenere iniziative di solidarietà . Fa quello che non può evitare di fare. Dovunque le è possibile la sua solidarietà si limita a parole di circostanza, a fior di labbra e niente azioni. Niente sostegno morale, concorso nelle spese, propaganda e agitazione (appello alle masse, denuncia della borghesia presso le masse), organizzazione (aggregazione dei perseguitati, gestione collettiva di interrogatori e di azioni legali, creazione di relazioni tra perseguitati, compagni e masse), aiuti logistici (informazioni, avvocati, sostegno alle famiglie, ecc.).
In secondo luogo la destra diffonde apertamente o subdolamente a secondo delle circostanze e comunque pensa che “la repressione in atto è causata dalla CP o dai CARC, dalla sciagurata idea della CP di parlare di partito clandestino e dalla dichiarazione provocatoria dei CARC di appoggio allÂ’obiettivo della CP”. La destra, che è antipartito, ha approfittato della repressione e anche delle sue velenose e stitiche dichiarazioni di solidarietĂ , per diffondere tra i compagni e tra le masse concezioni anticomuniste,(2) calunnie e insinuazioni. Ha scritto, dichiarato e insinuato che “bisogna agire alla luce del sole”, che “loro erano colpiti ingiustamente perchĂ© loro hanno sempre agito alla luce del sole”, ecc. La destra propaganda che i compagni devono agire sotto il controllo della borghesia imperialista (niente autonomia organizzativa dalla borghesia imperialista), alla luce delle fotocellule e sotto schedatura dei CC, della PS, di Gladio e degli altri corpi palesi o segreti, statali, vaticani, mafiosi o semplicemente padronali (FIAT, Telecom, FFS, ecc.) di controllo e di repressione. Quindi secondo la destra la borghesia imperialista giustamente colpisce la CP, chi ha simpatia per gli obiettivi della CP e quanti altri non agiscono sotto controllo della borghesia imperialista. Chi condivide veramente queste idee della destra, è poco lontano dalla delazione e dalla collaborazione e spionaggio a favore della borghesia imperialista. Se non pratica ancora, lo praticherĂ quando PS, CC o simili lo “spingeranno” un poÂ’. In realtĂ molti esponenti della destra non pensano quello che dicono. Pensano che “alcune cose si fanno, ma non si dicono”. LÂ’errore della CP o rispettivamente dei CARC è di averlo anche detto. Angiolo Gracci, presidente del CUNA, ha fatto il partigiano e quindi alcune cose non alla luce del sole nella sua vita, almeno molto tempo fa, deve pure averle fatte. Alcuni esponenti della destra sono troppo astuti per menar vanto del loro certificato di povertĂ (“faccio solo quello che il maresciallo conosce e consente”), se non pensassero che è una gran furbata. Non è palese che la borghesia imperialista non crede alle vostre parole e infatti vi spia, vi controlla, vi scheda e vi perseguita nonostante le vostre dichiarazioni? Nessuno chiede che voi passiate alla clandestinitĂ , neppure che difendiate le buone ragioni di chi è passato alla clandestinitĂ . Ma voi attaccate chi è passato nella clandestinitĂ , fate leva sulla demagogia e sulla paura per fare terra bruciata e silenzio attorno a chi è passato alla clandestinitĂ . Voi con le vostra propaganda contro la clandestinitĂ non ingannate la borghesia imperialista, ingannate solo le masse. Cioè inculcate nelle masse e nei vostri seguaci quello che la borghesia imperialista stessa inculca. Quanto a voi, pensate di poter fare attivitĂ clandestine senza lÂ’appoggio e il consenso delle masse, che voi stesse dissuadete dalla clandestinitĂ . Vi meravigliate poi che la vostra azione resti sterile, che il vostro seguito sia ridotto e accusate le masse di essere arretrate. Voi stessi, per quel tanto o poco che vale la vostra propaganda, collaborate a mantenerle arretrate. Voi concepite la clandestinitĂ dei rivoluzionari e dei comunisti alla stessa maniera in cui sono clandestini i corpi occulti della borghesia imperialista. Ma è una concezione sbagliata. Per vincere, noi dobbiamo fare la guerra a nostro modo, non al modo della borghesia. Ă