La Voce

Indice del La Voce n. 4

Anche gli Innominati devono partecipare allÂ’elaborazione del programma del nuovo partito comunista

 

Il dibattito attorno al Progetto di Manifesto Programma e alla proposta avanzata dalla CP si sta sviluppando. Non abbiamo mai pensato che sarebbe stato un pranzo di gala. Che tutti ci avrebbero dato ragione, tantomeno subito. Siamo anche disposti a riconoscere eventuali errori e limiti e saremo grati a chi ce li farĂ  comprendere. Perfino quelli che attaccano la proposta nel suo complesso, danno un contributo e dobbiamo imparare a raccoglierlo. Un fiume in piena si alimenta di tutto quello che incontra e lo usa per aprirsi la sua strada: questo dobbiamo essere!

Può sembrare paradossale, ma le dimostrazioni più convincenti della assoluta necessità e urgenza che le FSRS italiane elaborino ora il programma sono date proprio da compagni che ufficialmente si oppongono all’elaborazione del programma. Come esempio di queste paradossali dimostrazioni indico ai lettori di La Voce l’opuscolo Dal "che fare?" al "come fare?". Ne possiedo una copia purtroppo monca dell’ultima pagina e anche da ciò sgorga un appello a tutte le FSRS: mettete in vendita tutta la stampa clandestina! Oggi è la prima elementare forma di solidarietà con le organizzazioni clandestine: senza questa, mille dichiarazioni di solidarietà di fronte alla repressione borghese restano frasi di circostanza! La forma più dannosa di repressione per noi è il muro di silenzio che la borghesia cerca di creare attorno a noi!

L’opuscolo è stato redatto tra la fine del ‘98 e l’inizio del ‘99 da un gruppo di compagni che per nostra comodità chiameremo Innominati, visto che non si attribuiscono essi stessi un nome (almeno nella copia di cui dispongo). Si tratta, è detto nell’opuscolo, di un gruppo di compagni che ha iniziato a svolgere una “rinnovata esperienza organizzativa comunista” nel 1986. Quindi compagni che provengono in qualche modo dalle lotte degli anni ‘70. L’opuscolo si divide in due parti. Una parte comprende le pagine da 5 a 32: in queste 29 pagine gli Innominati espongono loro concezioni sul passato e sul presente. Una seconda parte comprende le restanti 16 pagine dell’opuscolo dove gli Innominati espongono e motivano la loro avversione all’elaborazione di un programma di partito e anche a costituire oggi il partito, benché poi avanzino una proposta che per quella parte che è realistica comporta entrambe le cose negate. Ma di quanto dicono nelle 16 pagine dedicate espressamente alla questione della costituzione del partito e dell’elaborazione del programma e alle proposte ce ne occupiamo in un altro articolo di questa rivista. Ai fini dell’elaborazione del programma, la parte più interessante sono le altre 29 pagine: infatti in esse senza volerlo gli stessi Innominati dimostrano quanto sia necessario, urgente e importante che le FSRS si impegnino ora nell’elaborazione del programma e quanto farà bene l’elaborazione del programma alle FSRS che vi si impegneranno.

Non mi soffermo e credo sarebbe sbagliato soffermarsi a criticare le tesi che gli Innominati enunciano nelle 29 pagine sugli argomenti piĂą svariati. Dico solo che varie di esse sono assolutamente erronee, in contrasto con la realtĂ ; alcune addirittura in contrasto con “veritĂ  rivelate”, cioè con posizioni che il movimento comunista ha giĂ  acquisito ed espresso da tempo e che la sua esperienza ha confermato al di lĂ  di ogni ragionevole dubbio. Ma sarebbe sbagliato criticare una a una le singole tesi, per una ragione molto semplice. Gli Innominati dicono “di tutto un po’”. Discorrono  a ruota libera un poÂ’ di tutto. Se io o chiunque altro criticassimo una loro tesi su un argomento, sicuramente e sinceramente gli autori obietterebbero che “non era quello che noi volevamo dire, tanto vero che due pagine prima (o tre pagine dopo) abbiamo detto il contrario di quello che ci attribuisci o qualcosa che a fil di logica implica il contrario”. Cosa perfettamente vera. Quindi se facessi una critica delle singole tesi, trascinerei i lettori piĂą pazienti in una inutile e interminabile discussione non sul reale stato delle cose, ma su “quello che gli Innominati realmente hanno detto sullo stato delle cose”. Con i malanimi, le animositĂ  e i sospetti che inevitabilmente nascono quando ci si crede fraintesi e criticati per partito preso. Ma dÂ’altra parte sfido chiunque a dire, dopo aver letto lÂ’opuscolo, qual è la posizione degli autori sulle molte questioni politicamente importanti di cui tuttavia “parlano” nellÂ’opuscolo. Come esempi indico le seguenti otto. 1. La contraddizione fondamentale della nostra epoca è quella tra capitale e lavoro o quella tra paesi imperialisti e paesi oppressi (gli Innominati la chiamano contraddizione Nord-Sud). 2. Le contraddizioni tra gruppi e Stati imperialisti si vanno acuendo e sono destinate a diventare antagoniste per leggi intrinseche o sono oramai sostanzialmente superate dalla costituzione di un unico sistema imperialista dominato dalla borghesia imperialista USA. 3. Quali sono i ruoli della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari rispetto alla lotta per il socialismo. 4. Le lotte rivendicative dei lavoratori dei paesi imperialisti e la difesa delle loro conquiste hanno un ruolo positivo nella lotta per il comunismo e quindi i comunisti devono appoggiarle e promuoverle o servono solo a rafforzare il sistema attuale. 5. Quale è il ruolo dei gruppi e partiti riformisti nel movimento politico attuale. 6. LÂ’URSS e lÂ’Internazionale Comunista hanno segnato un passo avanti nella marcia dellÂ’umanitĂ  verso il comunismo e costituiscono per noi oggi un prezioso patrimonio di esperienze e di insegnamenti a cui attingere o sono state una deviazione dal movimento comunista. 7. Le lotte degli anni ‘70 sono un patrimonio di esperienze a cui attingere o una deviazione dal movimento comunista italiano. 8. Nella fase attuale è principale la crisi politica della borghesia imperialista (lÂ’instabilitĂ  dei suoi regimi e del suo sistema di relazioni internazionali) o è una fase di stabilizzazione o addirittura di espansione del sistema capitalista. Potrei continuare, appunto perchĂ© gli Innominati nelle 29 pagine dicono “di tutto un po’”. Ma credo che le otto questioni citate come esempi bastino a chiarire quanto voglio dire.

Perché le 29 pagine sono una dimostrazione pratica della necessità e dell’urgenza che le FSRS elaborino il programma del futuro partito?

Anzitutto perché anche gli Innominati a loro modo affrontano le questioni teoriche che dobbiamo risolvere per elaborare il programma. Quindi confermano che ora è necessario trattare gli aspetti teorici della nostra attività, che la lotta teorica è attuale, che “tutti” avvertono il bisogno di fare chiarezza nella nostra concezione del mondo: chi siamo, per che cosa lottiamo e in quali condizioni si svolge la nostra lotta, come dobbiamo condurre la nostra lotta. Insomma che per motivi politici d’attualità dobbiamo ora elaborare il programma del partito.

In secondo luogo perché la discussione del progetto di programma, la discussione che ha come obiettivo l’elaborazione del programma del partito, ha un vantaggio enorme su una discussione a ruota libera in cui ognuno dice o scrive ora una cosa ora un’altra, parla e passa “liberamente” da un argomento ad un altro, da una tesi al suo contrario. La discussione del progetto educa, induce, obbliga ognuno che partecipa alla discussione di un argomento a elaborare sistematicamente la sua esperienza, le sue impressioni e le sue conoscenze, a farne una esposizione coerente e univoca; la conclusione cui giunge viene “messa alla prova” della critica non solo dell’autore e dei suoi amici, ma anche degli altri partecipanti, perché in definitiva bisogna arrivare a mettere nero su bianco una concezione comune e chiara dello stato delle cose sull’argomento in questione, una concezione coerente con le concezioni adottate anch’esse “nero su bianco” per gli argomenti connessi e una concezione coerente con tutto l’insieme del programma, una concezione che sarà per tutti di guida per la nostra attività politica, per tutta la nostra attività pratica.

La discussione del progetto di programma condotta per stendere il programma del partito è quindi una scuola pratica di pensiero. Una scuola che insegna a tutti noi a studiare, a pensare, a elaborare l’esperienza, ad analizzare i problemi facendoci studiare, pensare, elaborare e analizzare. Una scuola che guarirà chi vi parteciperà dal pressappochismo e dalla confusione che sono inevitabilmente (lo si capisca o meno) subordinazione alla cultura borghese. Infatti dove le concezioni del movimento comunista non sono fortemente assimilate e non vi sono, su ogni nuovo problema di attualità, posizioni di principio chiare prevale la cultura dominante che è quella borghese. Chi pensa di avere un pensiero autonomo perché non ha una concezione del mondo definita, un partito preso, provate a analizzare per bene le sue posizioni e troverete che in realtà in tutte le questioni di una certa importanza segue (magari senza saperlo) le posizioni della cultura borghese. Solo i compagni che hanno una precisa, ben definita e fortemente posseduta concezione del mondo cessano, nelle condizioni attuali, di dibattersi nell’alternativa tra assecondare ogni azione estremista e violenta e condannare come avventurista ogni iniziativa rivoluzionaria, alternativa che ancora tormenta la mente e il cuore di molti compagni.

Certamente elaborare e adottare un buon programma di partito non basta per fare un buon partito comunista. La coerenza e la chiarezza con cui in campo teorico ci saremo attestati sul marxismo non garantiranno ancora automaticamente la coerenza della nostra azione pratica, delle nostre iniziative nel vasto e vario campo della lotta politica con quelle concezioni marxiste. Ma saranno un passo importante verso questa coerenza e una premessa indispensabile perché questa coerenza si affermi un po’ alla volta su scala sempre più vasta in tutti i campi della nostra azione.

Oggi le FSRS e i lavoratori avanzati sono politicamente quasi inesistenti, ma non perchĂ© la loro disponibilitĂ  in uomini e risorse è poca cosa, neanche perchĂ© la lotta del proletariato o delle masse popolari è arretrata. La loro debolezza politica deriva principalmente dalla confusione delle loro concezioni e dallÂ’incoerenza tra concezioni e iniziative politiche. Ă