La Voce

Indice del La Voce n. 3

Le FSRS e la ricostruzione del partito comunista

 

 

La costituzione della Commissione Preparatoria ha segnato un passo avanti nella ricostruzione del partito comunista ed è un avvenimento che riguarda tutte le FSRS. “La ricostruzione del partito comunista è, oggi, il primo e principale obiettivo degli operai d’avanguardia, dei comunisti”, “tutto va finalizzato alla sua ricostruzione” (La riscossa, organo di Iniziativa Comunista, n. 2, pagg. 6 e 8). Ben detto. Nella presentazione di Martin Lutero, parafrasi del Comunicato delle BR-PCC del 20 maggio ‘99, ho cercato anche io di mostrare che il centro dello scontro tra classe operaia e borghesia, la questione dalla cui soluzione dipende tutto il resto dello sviluppo dello scontro, quindi la questione attorno alla quale spontaneamente prima ancora che consapevolmente si concentra l’interesse di ognuna delle due classi e che condiziona la loro attività, è la ricostruzione del partito comunista: non la concertazione tra “le parti sociali” e tantomeno la “mediazione neocorporativa” che esiste solo nella fantasia dell’autore di quel Comunicato delle BR-PCC, né la creazione di un blocco sociale antagonista come sosteneva ieri la CCA e oggi la Rete dei Comunisti.

Se l’avanzamento alternativo delle due classi dipende per la classe operaia dalla ricostruzione del partito comunista e per la borghesia imperialista dal riuscire a impedirne la ricostruzione, è inevitabile, dico io, che la ricostruzione del partito sia in misura più o meno vasta nelle aspirazioni di ognuno di quegli individui che si pongono come loro obiettivo la rivoluzione socialista e che sono larga parte dei membri delle FSRS. Quindi ogni passo avanti reale compiuto nel cammino della ricostruzione è destinato ad avere una eco in ogni FSRS.

La costituzione della CP ha già determinato un piccolo terremoto nei CARC. Era prevedibile che i CARC fossero, tra tutte le FSRS, quella coinvolta per prima dall’avvenimento, perché quella che più chiaramente nel passato ha lavorato alla ricostruzione del partito e che più ha contribuito alla costituzione della CP. Una parte dei suoi membri ha trovato intollerabile e antidemocratico (sic!) che la maggioranza della Segreteria dei CARC votasse e pubblicasse una Dichiarazione (Resistenza n. 6, pag. 2), in cui plaude alla costituzione della CP e augura successo al suo proposito di preparare il congresso di fondazione del nuovo partito. Tanto intollerabile e antidemocratico che ha giudicato di non poter osservare lo Statuto della sua organizzazione, di dover arrivare a una scissione e di impiegare addirittura metodi banditeschi contro l’organizzazione a cui fino al giorno prima apparteneva. Per maggiori dettagli rinvio alla Lettera aperta diffusa dalla SN dei CARC e alla Piattaforma degli scissionisti.

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